Comunicato redatto dall’ufficio stampa dell’Istituto Europeo di Oncologia

Milano, 30 gennaio 2012 – Si inaugura, all’Istituto Europeo di Oncologia, il nuovo Centro di Radioterapia Avanzata ARC (Advanced Radiotherapy Center) che, grazie alla concentrazione di tecnologie di ultima generazione, permetterà di curare fino a 4500 pazienti all’anno, con trattamenti che rispettano la qualità di vita dei pazienti. A regime, ARC si posizionerà fra i primi 10 centri di radioterapia nel mondo, introducendo una nuova cultura della radioterapia.

Oggi la radioterapia, grazie alla capacità di colpire selettivamente le cellule malate, si propone come cura mirata, rapida e ben tollerata. Negli Usa tra il 2010 e il 2020 si prevede un incremento delle cure radioterapiche del 22% e, in alcuni casi, come a esempio i tumori della prostata, del 35%.

«L’acronimo ARC ci ricollega al principio fondante della nuova radioterapia che utilizza “raggiintelligenti” – dichiara Roberto Orecchia, Direttore della Divisione di Radioterapia. – Abbiamo frecce migliori per raggiungere un bersaglio, il tumore, che grazie ai progressi dell’imaging, identifichiamo in modo sempre più circoscritto e preciso. Focalizzarci sul bersaglio significa risparmiare le aree sane circostanti e quindi conservare i tessuti e le funzionalità degli organi, concentrare le dosi e quindi accorciare sensibilmente i tempi di trattamento, e in alcuni casi anche poter curare lesioni che il bisturi non può raggiungere. Infatti i promotori del nuovo ruolo della radioterapia nella cura dei tumori lanciano internazionalmente quattro plus: nessuna anestesia, nessuna incisione, nessun dolore, nessuna riabilitazione.»

«ARC è un’evoluzione naturale di un principio fondante dello IEO – ha concluso Umberto Veronesi, Direttore Scientifico -: la ricerca del minimo efficace, vale a dire del trattamento che ottiene il massimo risultato, con il minimo di effetti collaterali per il paziente. La radioterapia oggi risponde esattamente a questo obiettivo. Le cure oncologiche stanno finalmente diventando sempre meno cruente, meno invasive, meno invalidanti. In futuro io vedo un progressivo abbandono del bisturi e la drastica riduzione dei trattamenti chemioterapici a favore di nuove forme di trattamento localizzato, come appunto i raggi concentrati a alte dosi, anche durante la chirurgia, e l’impiego di nuove particelle come i protoni o gli ultrasuoni focalizzati ad alta intensità.»

Comunicato Redatto dall’Ufficio Stampa dell’Istituto Europeo di Oncologia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *