La II Edizione Borsa di Studio “Denis Ugolini” per la ricerca verterà su WHOLE BODY MRI in ONCOLOGIA

La Whole Body MRI   ( WB-MRI) è un’applicazione della Risonanza Magnetica che si sta affermando negli ultimi anni nell’ambito della ricerca e nella valutazione  delle localizzazioni tumorali.

È definita “whole body” perché consente l’esplorazione dell’intero corpo in una sessione che dura dai 30 ai 40 minuti.

E’  un’ applicazione che richiede l’impiego di apparecchiature di ultima generazione come quella presente presso l’IRST di Meldola. Tuttavia,  per la sua applicazione nella pratica clinica necessita soprattutto di competenza interpretativa e di un ottimale “ lavoro di squadra” (medici, tecnici, fisici sanitari). Per questo motivo è necessaria una fase preliminare di studio e di ottimizzazione della procedura nell’ambito di un protocollo di ricerca.

Rispetto ad altre metodiche “panesploranti” che permettono la visione dell’intero corpo, la WB-MRI non utilizza radiazioni ionizzanti (come la TAC o la PET) e non richiede quasi mai l’utilizzo del mezzo di contrasto.

Infatti, per evidenziare forme tumorali  la WB-MRI si basa sul principio della “Diffusione” del segnale di Risonanza Magnetica. Semplificando,  il nostro corpo è composto in maggioranza da acqua; all’interno delle neoplasie le molecole di acqua è come se fossero “intrappolate”, il che in “Diffusione” genera un segnale che rende i tumori particolarmente brillanti, anche se molto piccoli (4-5mm).

È un esame che ha già diverse indicazioni in ambito oncologico: ad esempio è considerato dalle linee guida  l’ esame di prima scelta nel Mieloma Multiplo. È inoltre indicato in altre forme che possono interessare diversi distretti corporei, specie in pazienti giovani e che richiedono controlli ripetuti (ad esempio linfomi o melanomi metastatici).

Vi sono esperienze che provano la validità di questa tecnica nello studio di tumori “osteotropi”, che cioè tendono a metastatizzare alle ossa come quelli prostatici e mammari; vi è in questi casi, chiaramente, l’esigenza di esaminare tutto lo scheletro. E’ nostra intenzione applicare questa metodica nei pazienti affetti da tumore prostatico in fase avanzata nell’ambito del protocollo PSMA che è partito lo scorso anno anche grazie al contributo della fondazione Denis Ugolini.

Recentemente è stata prospettata la possibilità di usare la “Whole body MRI” come metodica di screening, ossia per individuare precocemente, in pazienti non sintomatici, localizzazioni neoplastiche  in fase iniziale, e quindi più facilmente curabili.

Esistono attualmente diverse tecniche di screening (ad es Pap test, mammografia, ricerca di sangue occulto nelle feci), sicuramente validi e non sostituibili dalla Whole Body. Tuttavia ciascuna di esse è rivolta ad individuare precocemente una determinata forma tumorale.

La risonanza “ Whole Body” ha il vantaggio di individuare precocemente neoplasie indipendentemente dalle loro localizzazione, comprendendo quindi anche organi che sono trascurati dalle metodiche settoriali di screening (ad esempio fegato, pancreas).

Tale utilizzazione in chiave di screening si effettua attualmente solo in pochi centri, ad esempio l’Istituto Europeo di Oncologia di Milano,  ma ha senz’altro prospettive di sviluppo molto interessanti anche nel nostro territorio.

Si sta infatti aprendo  una collaborazione scientifica tra il Dipartimento di Alte Teconologie dell’IRST di Meldola  diretto dal Prof. Giovanni Paganelli  ( già direttore  della Medicina Nucleare dell’IEO ) e l’unità di Whole Body  MRI del IEO diretta dal  Prof.  Giuseppe Petralia.

I fondi raccolti durante la serata del 13 febbraio serviranno per supportare questo tipo di collaborazione e per avviare protocolli di ricerca comuni nei tumori prostatici.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *